Dicono di me

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Dicono di me

di Andrea Magro.

‘Un percorso di vita professionale trascorso insieme iniziato a Zocca ai Corsi Federali per Tecnici della Scherma dove svolgevi lezioni grazie alla esperienza che avevi già da tempo con la Nazionale.  Alcuni concetti di quelle lezioni di allora sul cervello agonistico fecero breccia nella mia mente e hanno accompagnato e accompagnano la mia carriera di coach. Tu mi hai aiutato molto a capire gli atleti dal punto di vista mentale, a volte mi hai anche ‘salvato’ aiutandomi a leggere le persone perché è difficile gestire i ‘meravigliosi animali dall’istinto devastante’ come gli schermitori. Ma nel nostro lavoro con la scherma è stato anche complicato lavorare con i maestri che sono degli allenatori particolari in uno sport particolare. Senza il tuo lavoro la meravigliosa casa della scherma Italiana non sarebbe stata costruita su basi e fondamenta così solide. Senza presunzione credo proprio che il nostro lavoro fatto per quindici anni abbia lasciato segni molto importanti. La mia parte più istintiva si è associata alla tua parte riflessiva e forse per questo abbiamo lavorato in modo produttivo e qualitativo. Mi dispiace molto che quando si è interrotto il mio rapporto professionale con la Scherma non abbiano scritto a te nemmeno una lettera di ringraziamento visti i quasi trenta anni di tua collaborazione con le Nazionali. Ma tu sei una persona troppo rara per essere capita.

Per me è stato poi naturale portarti all’Udinese dove ho visto la nascita di un percorso: sei riuscito a portare un approccio e una modalità di atteggiamento agonistico che aveva iniziato a dare dei frutti con Guidolin. Eppure anche lì non hanno saputo comprendere il significato del tuo lavoro che richiede del tempo ma che è stato di un incredibile valore aggiunto.

Tu hai insegnato a me e molti cosa è il cervello agonistico.  Anche se ora siamo lontani il pensiero ci accomuna e coltivo dentro di me un sogno: continuare a lavorare con te.’

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